...dove c'è una storia che racconta di un forte e indissolubile legame tra la terra e l'uomo, un fiume e le sue genti...

La storia di Torricella del Pizzo è intimamente legata alle vicende del fiume Po. Questo, oggi, è conosciuto come un fiume di sicuro percorso che solo occasionalmente straripa portando danni notevoli alle nostre campagne. Tutto questo, però, è frutto, non lo dobbiamo dimenticare, della lotta sostenuta nei secoli dai nostri avi contro i capricci del grande fiume, una lotta che solo la innata caparbietà dell'essere umano ha permesso che essa volgesse in proprio favore.
Nello scorrere dei documenti consultati e delle notizie raccattate qua e la (Cremona-Parma) innumerevoli solo quelle che riguardano alluvioni e cambiamenti del corso del fiume a tal punto che, il lettore, non se ne voglia, verranno quasi tutte omesse. Durante la dominazione Romana il fiume Po aveva un bacino molto vasto formato da molti canali che si intersecavano fra loro costituendo nel mezzo (da qui il nome di "mezzano") varie isole e tra queste l'isola del Pizzo.
I canali che delimitavano l'isola erano l'attuale Ariolo (Ariool) che si congiungeva ad Ovest nei pressi di Cantoni (termine medioevale che significa luogo di incontro di canali d'acqua) e ad Est in una località oggi scomparsa denominata Valdoria (termine longobardo o tedesco antico che significa bosco). La leggenda vuole che nell'isola fosse residente una tribù degli Elvezi la quale resistette a lungo, grazie alle insidie del territorio, ai Romani (siamo attorno al 1° secolo a.C.). Abbiamo parlato di leggenda in quanto non esiste alcun documento o ritrovamento archeologico che comprovi questo fatto.

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